– Cioè, lei praticamente non ha mai assaggiato la Sacher Torte?
– No…
– Va bè, continuiamo cosi… Facciamoci del male
Era il 1984, e neanche io, come l’allibito interlocutore di Nanni Moretti in “Bianca”, avevo mai sentito parlare di Sacher Torte.
Eppure i dolci erano da sempre la mia passione: poche cose al mondo mi davano gioia e bastavano a fare la mia giornata come qualche buona caramella, il pane burro e zucchero della merenda preparata dalla mamma…
I miei primi ricordi “dolci”
sono legati a quei gusti semplici e la prima esperienza rivelatrice è legata a una meringa rosa.
Un cabaret di meringhe per festeggiare un battesimo o una comunione, non ricordo, invece ricordo come se fosse ora l’emozione suscitata da quell’assaggio: il colore, il profumo, la consistenza croccante che si scioglie istantaneamente in bocca, un piacere di zucchero e albume d’uovo, una meravigliosa sensazione che avrei replicato altre cento, mille volte!
Da allora il dolce ha rappresentato per me emozione, meraviglia, continua scoperta, e anche la Sacher lo sarebbe stata, ma ancora non era arrivato il momento.
Avevo 19 anni e non sapevo ancora esattamente cosa avrei fatto da grande,
di certo sapevo che non avrei mai potuto vivere senza dolci!
E nemmeno senza esprimere la mia creatività: fin da piccola disegnavo modellini di vestiti, riempivo agende di disegni e collages seguendo l’ispirazione del momento, e da più grandicella dipingevo magliette per le amiche e riempivo cartoncini di ritratti a matita e disegni a pastelli…
Vivere di creatività e immaginazione, imparare tecniche, realizzare concretamente i miei sogni e l’amore per lo studio mi hanno portato a scegliere di studiare Architettura ed è scoccato il colpo di fulmine.
Tuttora amo quest’Arte, ma ho imparato presto le regole del gioco, a cui mi è sempre costato sottomettermi: poca lealtà e correttezza, sfruttamento del lavoro, insomma chi ha lavorato in uno studio di architettura sa a cosa mi riferisco.
Li, se non hai le spalle coperte da qualche familiare abbiente o conoscenze importanti, sei uno dei tanti, sei invisibile.
E cosi mi sentivo io, a fine giornata, svuotata, non valorizzata, inutile: allora mi rifugiavo nella mia piccola cucina e, tra libri e riviste specializzate, nascevano i miei primi dolci…
E ho iniziato proprio da li, da una Sacher.
Raccogliendo tutte le varianti di ricette che potevo, ho cercato di capirne i segreti, sperimentando, e cosi…
Ho smesso di “farmi del male” ed è iniziata la mia avventura nella pasticceria, attivando quelle che sono le mie risorse da sempre: amore per lo studio, ricerca, approfondimento, creatività e gioia di lavorare con le mani, appunto: mettere le mani in pasta!
Da allora, come un fiume in piena, ho confezionato dolci di ogni tipo.
La passione è dilagata.
Studio, creo e condivido. Si, perché uno degli aspetti più gratificanti per me, oltre al processo creativo, è la possibilità di condividere ciò che produco, insieme alle mie emozioni.
I fatti della vita mi hanno portato a voler fare di questo mio sogno il centro della mia esistenza.
Man mano che quest’avventura proseguirà, spero di condividere queste emozioni con un pubblico sempre più ampio, raggiungere tutti Voi.
Da quando ho cominciato a lavorare sul mio Progetto di Atelier, circa due anni fa, non ho smesso di essere un Architetto.
Oggi però, qui con Voi, voglio essere semplicemente Rita, e far parlare i miei dolci per me.
Buona avventura a tutti, e che la Dolcezza sia con voi!
Nanni Moretti in “Sogni d’oro” istruisce gli amici sulle migliori pasticcerie della città
…e in “Bianca” nella celebre scena del taglio del Mont Blanc!